FacciamoTardi
Staff Daiana.it
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Posted - 01 dicembre 2016 : 21:01:07
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Premessa.
INCONTRO OLIVER BUZZ DURANTE IL BRESCIA SEX IN DATA SABATO 18 APRILE. BUZZ È UN PERSONAGGIO VERSATILE CHE RISPECCHIA LA CARATTERISTICA HOME-MADE TIPICA DEL PORNO ITALIANO, LA POLIEDRICITÀ.
REGISTA, PRODUTTORE, SCENOGRAFO, FOTOGRAFO, PERSONAGGIO TELEVISIVO E PROBABILMENTE ALTRO.
L’AVEVO GIÀ OSSERVATO AL LAVORO DURANTE IL MI-SEX TENUTOSI A MARZO 2009, E LA COSA CHE MI AVEVA COLPITO MAGGIORMENTE ERA IL SUO MODO DI LAVORARE, UN APPROCCIO CHE DEFINIREI PROFESSIONALE MA ALLO STESSO TEMPO RILASSATO.
CON 24 ANNI DI CARRIERA, BUZZ È DAL 1985 CHE IMMORTALA LE PIÙ FAMOSE PORNOSTAR ITALIANE TRA CUI JANE BRYANT, OLGA CONTI, LORI GHIDINI, MAURIZIA PARADISO, PER LE ORIGINI, E JESSICA ROSS, ELENA GRIMALDI, DIANE BORROMEO PIÙ RECENTEMENTE.
IL PERCORSO PROFESSIONALE DI OLIVER BUZZ INIZIA CON GLI STUDI ALL’ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI IN PC GRAFICA, CONTINUA COME FOTOGRAFO E DOCUMENTARISTA, PASSANDO PER LA TELEVISIONE CON PROGRAMMI CULT DEL PASSATO (PIÙ PROSSIMO) COME VIZI PRIVATI E COLPO GROSSO E ODIERNI COME SEXY BAR CON CORRADO FUMAGALLI.
NEGLI ULTIMI ANNI SI È ANCHE DISTINTO COME “GUASTATORE” DEL FESTIVAL DI CANNES CON I FAMOSI BLITZ SULLA SCALINATA DEL PALAIS IN COMPAGNIA DI STARLET E SEXY DIVE.
Come si è avvicinato al mondo della produzione hard? Io mi sono avvicinato al mondo della produzione dell’hard per caso, o meglio in maniera naturale. Il tutto è nato dopo l’incontro con Luce Caponegro, Selen, che mi ha solleticato l’idea. Io prima mi occupavo di concorsi di bellezza, facevo Miss Italia per intenderci, lavoravo per il cinema e per tutti quei concorsi sul territorio nazionale dedicati alla bellezza femminile come Miss teenager, La bella d’Italia, Volto nuovo per il cinema e molti altri. Fu in occasione di questi concorsi ad esempio che lanciai la mia vicina di casa, Isabella Ferrari, già stupenda a quattordici anni. Siamo negli anni ’80 all’incirca i tempi di Sapore di Sale, Sapore di Mare. Contemporaneamente facevo sia la trasmissione e mi occupavo anche del concorso e fu in una di queste occasioni che incontrai Selen che mi disse di aver questo desiderio di entrare nel mondo dell’hard, con spettacoli e cinema. Abbiamo iniziato con le produzioni migliori a mio avviso, film girati in pellicola visto che ai tempi non c’era ancora stato il sorpasso del VHS.
Tutto è partito da lì. Prima di entrare in questo mondo che tipo di rapporto aveva con la pornografia?
Il mondo dell’hard ha esercitato su di me sempre un certo interesse. Io frequentavo delle sale a luci rosse a Piacenza, ma pensa che sono anche andato in Svizzera per vedere film che non venivano distribuiti in Italia. Sia chiaro, non per semplice morbosità, ma per capire come si faceva un film di questo tipo, come lo si poteva produrre, quali erano le cose richieste dagli spettatori. Era da anni che lavoravo per un’emittente locale in qualità di fotografo e direttore di documentari, a Piacenza ero uno dei pochi a saper davvero tenere in mano la telecamera, quindi risultai facilitato. In quegli anni le sale a luci rosse erano un ambiente molto frequentato. L’attenzione che oggi viene data a questo fenomeno a volte devia da quella che poi è la vera storia. Si sente spesso parlare di miti e leggende consumatesi dentro tali sale, ma per lo più si trattava di masturbazioni, forse qualche blow job, ma rapporti sessuali in sala no, forse nei bagni, ma anche lì poi si ricade nel mito facilmente. Era più un ambiente dove venivano alimentate fantasie che venivano consumate fuori poi. Il successo di pubblico sicuramente ha decretato l’interesse rivolto al genere negli anni successivi, di contro anche quello della giustizia, visto che comunque, a mio avviso, in Italia si predica bene e si razzola male.
Come spiegherebbe oggi l’interesse rivolto alla pornografia da parte del pubblico e da parte della giustizia?
Per il pubblico penso abbia avuto un ruolo fondamentale il fattore della trasgressione, del proibito che ha alimentato la curiosità anche morbosa. Per la giustizia in Italia siamo in una condizione disastrosa. Siamo l’unico stato a non avere una legge in merito. Molti si lamentano per la porno tassa, a me viene da dire che quasi sarebbe stata un bene, perché se non altro avrebbe costretto ad una riflessione e ad una regolamentazione del genere e del settore, altrimenti lasciato in questa condizione, una specie di terra di nessuno. Oggi come oggi legalmente film non se ne possono fare, ma paradossalmente si possono vendere, basta che paghi le dovute tasse, basta che paghi la Siae e il film va in circolazione. Non puoi mettere in regola attori e troupe, devi girare all’estero o dichiarare che hai girato all’estero correndo rischi personali legali e penali. Così facendo non paghi le spese di produzione, ma paghi le spese di vendita integralmente, ma questo ci da un notevole svantaggio anche a livello produttivo rispetto agli altri Paesi dove il settore ha una storia, una tradizione e le possibilità di realizzazione e vendita sono migliori.
Oggigiorno con quali modalità e tempistiche si realizza un film hard?
Dipende ovviamente da filma film, ma nella media possiamo dire che la richiesta base è un tempo di realizzazione più veloce che mai. La rapidità è essenziale per sfruttare al massimo il cast ed ammortizzare i costi, anche perché non si riesce a pareggiare i conti di entrate e spese con la vendita. Ormai se si riesce a fare cinquecento pezzi si è già raggiunto un buon traguardo, indubbiamente internet ha danneggiato molto il settore, o per lo meno il settore non ha ancora saputo trovarvi una risposta adeguata. È finita l’epoca dei film da 200 milioni, anzi forse in Italia è difficile parlare di tali produzioni visto che siamo comunque abituati a produzioni da fame. Questo non vuol dire che a livello qualitativo l’Italia sia tagliata fuori dal mercato. C’è sempre quello in gamba che con un basso budget riesce a tirar fuori un ottimo prodotto, e li sta l’abilità e la bravura del regista. Secondo me quello che conta in un film oggi, almeno per il nostro mercato è: molto realismo, una ripresa più veritiera possibile. Io ho una serie di linee per i miei prodotti, si va dall’amatoriale con la mascherina come il Dai trombami o il Se vuoi essere una pornostar, a quello con vere coppie e attori.
Ancora una volta quindi l’amatoriale viene additato come soluzione alla crisi del settore, secondo lei perchè?
Innanzitutto quando si parla di amatoriale bisognerebbe far più attenzione, c’è amatoriale e amatoriale. C’è l’amatoriale puro, quello fatto e girato dalle coppie; c’è quello qualitativamente migliore girato da un regista professionista e una vera coppia o due persone normalissime che si incontrano sul set e hanno un rapporto; quello dei provini, dove magari abbiamo un attore professionista e un’aspirante pornostar e così via. Io quello che chiedo, anche nel caso di film con attori professionisti, è che la cosa sia il più vera possibile, lo voglio live, diretto, senza recitazione. L’amatoriale è l’unico genere che va davvero. I film con trama fanno ridere, io ho provato a farli, con recitazione, storia, racconto, ma il pubblico non li vuole e non sta nemmeno a seguirli. Telecomando e avanti, e tutti gli sforzi produttivi vanno a farsi benedire. Poi ci sarebbe da farsi anche un esame di coscienza e vedere effettivamente quanti attori oggigiorno sanno davvero recitare. Perciò è meglio che facciano le cose dirette, con recitazione corta da imbastire giusto l’introduzione e poi tanto sesso, perché è quello che il pubblico vuole vedere.
Il porno è quindi un genere cinematografico, o forse come hanno sostenuto altri in queste interviste lo è stato in passato nel caso delle produzioni americane e oggi è divenuto solo un oggetto di consumo?
Il porno è un genere cinematografico a tutti gli effetti e tengo tantissimo a questa cosa. Quando abbiamo girato con Maurizia Paradiso i primi film in pellicola abbiamo fatto grandi produzioni e grandi spese, ma il risultato è stato sempre un film qualitativamente ben riuscito che ha riscosso sempre successo, anzi un successo enorme. Certo ha delle sue regole, delle differenze con il cinema a cui siamo abituati a pensare, ma non lo si può escludere o maltrattare. Anche il fatto che abbia generi e pubblici diversi ne è sintomo.
Nella sua vita ha conosciuto e lanciato numerose starlet, lavorato con numerose attrici? Con quali ha lavorato meglio?
Il panorama attori oggigiorno è davvero complicato da analizzare. Ce ne sono tanti bravi, ma di fuoriclasse davvero pochi, quasi impossibile trovarne. L’unico che è già entrato nel mito a pieno titolo è Rocco Siffredi, io ho avuto la fortuna di lavorare con lui quando era ancora giovane e sconosciuto, appena diciottenne,ed io facevo l’aiuto regista. Ma lui è davvero l’unico ad essere professionale e sicuro in quel modo. Il nostro Franco Trentalance è un bravo attore, ma non ha ancora quella padronanza. Per le donne ricordo con piacere Selen, Luana Borgia, altra molla per il mio ingresso nel settore dell’hard. Tra le mie scoperte poi: Sheila Stone, Angela Bravo, Betty Bianco, Blondie, Olga Conti, Nicole Brocher, Isabella Bellini, Brenda Fox e tra le ultime Elena Grimaldi, Dayana Borromeo, Brigitta Avon, Zelica e altre, molte altre.
Se il porno è un genere cinematografico, quali sono le caratteristiche che deve avere un regista per considerarsi un buon regista di porno?
Tenendo conto delle difficoltà produttive di cui abbiamo parlato prima, direi che la cosa fondamentale è capire cosa richiede il pubblico, deve sapere immedesimarsi con il suo pubblico. Trasmettere le sensazioni che questi vorrebbero provare e anche quel qualcosa di più, l’elemento segreto per dare al prodotto il gusto del trasgressivo, del proibito, del piccante su cui si basano le fantasie dell’uomo. E’ qui che si distingue un buon prodotto da un prodotto superlativo. Secondo me questo è conferito dalla naturalezza con cui la scena è costruita, nel modo in cui i due attori riescono a diventare complici e partecipi dello stesso piacere. Le riprese guadagnano quel gusto, quel sapore di alta sessualità che altrimenti appare solo finto.
Quali limiti può avere il porno, o meglio cosa non girerebbe mai lei?
Io non girerò mai scene di violenza perché non le ritengo di alto erotismo e sensualità, e nota bene che non sto parlando di pornografia, ma di erotismo, di sensualità. Ad un certo punto si scade nella malattia. Io faccio una serie che si chiama proprio Provini, incesti e molestie sessuali però i provini sono i provini di debuttanti, incesti sono ovviamente falsi, perché figurati dai, sono solo ammiccamenti di fronte a richieste dello spettatore, le violenze, passami il termine, sono leggerissime, e le molestie in realtà sono un lento coinvolgimento per lo scopo finale, il sesso. Di più non mi sbilancio, anche se mi è stato chiesto di fare cose più violente con attrici che vengono picchiate sul serio, ma non mi interessa, preferisco continuare con la mia linea sull’amatoriale, sulle coppie e quella che sto facendo sul guardone da spiaggia che ormai è una saga. A volte tiro fuori coppie vere, altre volte lavoro con il pro-am quindi un attore professionista e una debuttante
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